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La fotografia che hai fra le mani è un piccolo, magico capolavoro.

nicolas boria (2)

Il 20 maggio ad Aversa sono stata testimone di una magia: la nascita di una fotografia!
Non ho visto nessuno pigiare nessun pulsante,non ho visto schermi nei quali vedere il risultato finale.
Ho visto Nicolas Boria, un ragazzo francese con due occhietti simpatici, un bel berretto a basco stile retrò, una scatola a soffietto di inizio 1900 su di un treppiedi di legno che mi ha subito rimandato ai film di Totò, un pezzetto di carta fotografica tanta, tantissima luce e la passione per quello che si sta facendo.

NIcolas
Il luogo accogliente e le tante persone presenti , poi, sono state il fiore all’occhiello di questa magnifica esperienza che è iniziata la mattina e si è conclusa la sera. Nicolas si è presentato a noi con simpatia e semplicità e ci ha raccontato che il suo approccio alla fotografia “primordiale” nasce un paio di anni fa quando decide di mettere da parte per un po’ la sua attività di matematico accademico e di abbracciare questa avventura di fotografo ambulante. Il suo mondo lo trasporta con una grandissima valigia nella quale, come un vero prestigiatore, tira fuori un’altra valigia (la sua camera oscura portatile), drappi damascati per creare uno sfondo stile ‘900, accessori, fotografie già scattate da posizionare su di un tavolino e, naturalmente, la sua splendida macchina fotografica a soffietto che, con orgoglio, ci mostra in tutti i suoi dettagli: la apre e dentro…non c’è nulla!! Ecco la prima magia: la fotografia nasce semplicemente dalla luce che entra da un foro (coperto da alcune lenti), attraversa un tunnel a soffietto completamente buio ed impressiona la carta fotografica che si trova alla fine di questo condotto. Ma, naturalmente, bisogna “dosare” a dovere la quantità di luce che entra in macchina e qui entra in gioco il basco di Nicolas che si trasforma in un utilissimo otturatore: lo mette in funzione scoprendo l’obiettivo, contando il tempo necessario (Nicolas lo fa rigorosamente in francese…) e ricoprendolo non appena lo ritiene opportuno. Ora viene il bello: il nostro fotografo stacca la parte finale della macchina fotografica (lo chassis) nella quale è contenuta la carta fotografica appena impressionata e scompare nel suo “ufficio” portatile (la valigia “camera oscura”)con una stoffa nera addosso per non permettere alla luce di bruciare la preziosa carta. Lì dentro c’è solo lui, una lucina rossa e l’odore intenso dei suoi acidi. Una nuova sorpresa ci attende: partecipare con lui a questi passaggi nella camera oscura di Artigianato Fotografico Aversa, il posto magnifico che ospita questo evento così insolito e particolare, gestito con amore e passione da Tonia Capriello. Illuminati solo dalla famosa luce rossa (luce inattinica), la carta bianca passa nel primo liquido (di sviluppo o rivelatore) ed appare la tanto desiderata immagine (tra lo stupore di tutti i presenti!!); si passa poi al liquido di fissaggio, all’acqua ed all’asciugatura con molletta e filo! Ora abbiamo un bel negativo che, per diventare positivo (dunque una fotografia in bianco e nero così come la conosciamo tutti) dovrà essere nuovamente fotografato seguendo la stessa procedura vista prima. La magia si ripete la seconda volta e scoppia un applauso di soddisfazione e nuovo stupore all’uscita di questa bella e “vissuta” fotografia! Ormai è un tripudio di domande, curiosità, sorrisi e chiacchiere di adulti e bambini, tutti affascinati da questo mondo che oggi, con la tecnologia digitale, è sconosciuto o quasi completamente dimenticato.
“Ma sì, è solo una semplice fotografia stampata!” ma ripensando a questa esperienza, toccandola, annusandola, verrà spontaneo pensarla come un piccolo capolavoro di artigianato, nata dalla pazienza e dall’amore di un fotografo per il suo lavoro.

Foto e parole di Valeria Dimaggio

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Tonia Capriello

Author Tonia Capriello

Il mio tempo lo archivio tra le parole e la comunicazione visiva, da 20 anni è il mio lavoro. Artigianato Fotografico è il mio studio. Credo che per imparare bisogna fare appassionatamente.

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